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Se le catene aprono i propri magazzini i distributori dei farmaci devono preoccuparsi?

21 Aprile 2023

Da quando c’è stata la liberalizzazione del capitale nel mercato delle farmacie nel 2017, ad opera della Legge 124/2017 ,  i player del mercato della distribuzione dei farmaci italiani hanno avviato operazioni di acquisizione di shares nelle farmacie con l’intenzione di integrare il proprio mercato.

L’operazione, non peregrina, ha dato risultati ma non ha avuto gli effetti dirompenti che ci si aspettava, anche per la flemma con la quale il piano è stato posto in essere.

Lo scenario ora sembra poter cambiare velocemente, grazie al “sorpasso” che le grandi catene potrebbero realizzare.

Le catene di farmacie aprono magazzini di distribuzione dei farmaci

È di pochi giorni fa la notizia, pubblicata dalla testata Pharmacyscanner , che il gruppo Hippocrates stia aprendo un magazzino per la distribuzione di 10 mila metri quadrati.

La dimensione non spaventa, si tratta di una stazza perfettamente in media nel settore, quanto piuttosto la strategia che potrebbe sottendere.

Due domande sorgono spontanee:

  • i grandi gruppi sono stati forse sottovalutati ed hanno intenzione di entrare nel mercato della distribuzione?
  • se si preoccupano loro di rifornire le farmacie di proprietà o aderenti al network, allora i distributori saranno esclusi da questo mercato?

Va da sé che, per quanto rapida ed efficace, una politica di espansione dei gruppi nel settore della distribuzione, non sarà – di per sé sola- in grado di tagliare fuori i distributori dal mercato in riferimento ai punti vendita delle farmacie aderenti al network o di proprietà del gruppo stesso. Si stima che le farmacie si possano approvvigionare da circa quattro distributori, per ragioni diverse che hanno a che fare con le complesse variabili di questo settore:

  • disponibilità del farmaco;
  • distribuzione territoriale delle farmacie;
  • appartenenza dei farmaci a diverse categorie;
  • e altro ancora.

Resta il fatto che la filiera e in particolare i distributori indipendenti dovrebbero preoccuparsi di questo scenario.

 

Il fenomeno in numeri

I numeri riportati nell’articolo citato sono importanti, se valutati nel loro complesso e riguardano una distribuzione territoriale diffusa e capillare, in grado di modificare, e non di poco, l’attuale realtà della catena distributiva: «Le catene di proprietà, in particolare, annoverano il 6,5% delle 19.500 farmacie esistenti in Italia, le reti dei farmacisti indipendenti invece mettono assieme l’11% degli esercizi in attività» (fonte Pharmacy scanner)

Dalla velocità dello sviluppo di questa modalità dipenderanno quindi le scelte operate da una fetta del mercato delle farmacie, tutte quelle aderenti a network o di proprietà dei gruppi.

Meglio per i distributori che vogliano consolidare le loro posizioni di leader, correre ai ripari e rivalutare la sottovalutazione del fenomeno.

 

Samuele Barillà, avvocato

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