La recente seduta del gruppo di lavoro al tavolo organizzato dal Ministero della Salute non ha toccato il tema della vendita a distanza di farmaci e della consegna a domicilio.
Le notizie diramate riferiscono che la discussione si è concentrata su altri problemi, come quello della carenza di farmaci. Online e Home delivery e la loro disciplina però, richiedono attenzione.
La Sentenza della Corte di Giustizia europea emessa il 29 febbraio 2024 in tema di vendita di farmaci attraverso piattaforme marketplace ha infatti riportato in primo piano il dibattito mai sopito sull’e-commerce di medicinali, sullo sviluppo futuro di questo mercato e sull’impatto che questo avrà sulla filiera.
La sentenza non si occupa di vendita online in senso stretto, ma precisa a quali condizioni gli Stati membri dell’Unione possano vietare il servizio offerto dai marketplace. Ce ne siamo occupati su questo blog in questo articolo.
L’e-commerce ha conosciuto, negli anni, varie fasi. Dopo una prima tendenza generale alla disintermediazione selvaggia (acquisto diretto tramite la rete e proliferare di siti di e-commerce), si è lentamente ma inesorabilmente affermata la presenza di nuovi intermediari che, nei diversi settori, hanno sostituito quelli fisici e di prossimità.
Una piattaforma come Amazon ha raggiunto nel 2022 un fatturato di 513 miliardi di dollari e gestisce, da sola, il 50% del mercato online statunitense; spedisce in più di 100 paesi e ospita più di due milioni di venditori terzi.
Amazon ha recentemente acquistato e sta ristrutturando una parafarmacia fisica a Milano. Questo fatto ha sollevato inquietudini, ma l’operazione immobiliare non deve necessariamente avere come ricaduta l’ingresso a pieno titolo del colosso USA nel mercato dei farmaci italiano. Questa ipotesi è infatti tutta da verificare.
Nel 2023 gli acquisti online degli italiani hanno prodotto un fatturato pari a 54,2 miliardi di euro (+13% rispetto al 2022), il dato riguarda il totale dei mercati interessati e vede i farmaci al nono posto in graduatoria.
Per prima cosa va chiarito che non esistono norme dell’UE sull’acquisto online dei farmaci soggetti a prescrizione.Alcuni paesi membri lo consentono, tra questi la Germania, ma molti altri no.
Nel caso del nostro Paese, il Ministero della salute si è già incidentalmente espresso in termini sostanzialmente negativi, con la Circolare del 10 maggio 2016, prot. 25654 che ricorda il divieto di vendere online farmaci con prescrizione, tanto da parte dei farmacisti, tanto da parte dei distributori.
I medicinali venduti online devono essere trasportati nel rispetto delle linee guida in materia di buona pratica di distribuzione. Queste prassi sono contenute nel Decreto Ministero della Salute 6 luglio 1999 e alle norme europee.
Le buone pratiche di distribuzione impongono standard e prescrizioni piuttosto stringenti.
I medicinali vanno trasportati in modo tale che:
È anche vietato il trasporto promiscuo dei medicinali con prodotti che possano, in qualsiasi modo, rappresentare un pericolo per la sicurezza o per l’efficacia dei farmaci. Tutti i mezzi impiegati per il trasporto dei medicinali devono essere dotati, nel vano di trasporto, di impianti idonei a garantire una temperatura alla quale, in linea con le indicazioni europee sulle prove di stabilità, le caratteristiche dei prodotti non vengano alterate.
I mezzi devono essere provvisti anche di adeguata coibentazione. Fanno eccezione solo i casi documentati di trasporti in situazioni di urgenza o di necessità alla condizione che non ne derivino rischi di deterioramento dei medicinali.
I decreti di autorizzazione all’immissione in commercio prevedono inoltre che i farmaci per i quali è necessaria una temperatura di conservazione controllata siano trasportati con mezzi speciali e idonei, attraverso tutti i punti della catena distributiva. Vanno quindi impiegati mezzi refrigerati o confezionamenti separati in colli idonei al mantenimento della temperatura in rapporto ai tempi di consegna.
È difficile, viene da pensare, che un operatore estraneo a questo sistema, riesca ad adattarsi alle prescrizioni e mantenere i costi medi di consegna attualmente rinvenibili sul mercato (€ 2,5/5,00 circa per servizio di Home Delivery).
La difesa della peculiarità operativa della distribuzione professionale e indipendente del farmaco non costituisce il presidio di un privilegio corporativo. È invece la disciplina di un mercato altrimenti destinato a sconvolgimenti che procurerebbero danno alla salute di tutti.