Il quotidiano Il Sole 24 Ore del 13 agosto ha pubblicato un intervento a firma dell’avvocato Samuele Barillà sulla questione sollevata dalla della Corte di Giustizia Europea del 29 febbraio 2024 emessa nella causa C-606/21 e relativa alla possibilità di realizzare piattaforme online di tipo marketplace per mettere in contatto acquirenti di farmaci e farmacisti.
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13 agosto 2024
Nell’annosa questione della vendita di farmaci online si inserisce la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 29 febbraio 2024, emessa nella causa C-606/21.
Il contenzioso nasce in Francia tra una società commerciale, che ha creato un sito internet nel quale le farmacie possono acquistare spazi per mettere in vendita farmaci non soggetti a prescrizione medica, e un’associazione di farmacisti che contesta il suo operato.
I farmacisti sostengono che la società viola la riserva dell’attività di vendita online ai farmacisti, riserva che opera a macchia d’olio in Europa e vale, ad esempio, in Francia e Italia, ma non in Germania.
La società sostiene di non violare norme perché si limita a offrire lo spazio web, dietro compenso, ma non percepisce guadagni dall’intermediazione sulle vendite che i suoi clienti (le farmacie) eventualmente concludano.
La sentenza, cui si arriva dopo un giudizio nazionale che dà sostanzialmente torto alla società di gestione del sito web, si assume il compito di definire il significato giuridico dei marketplace online, quantomeno rispetto al mercato regolato della distribuzione farmaceutica.
I quesiti posti dal giudice nazionale riguardano due questioni: la prima è la possibile qualificazione dell’attività della società come «servizio della società dell’informazione»; la seconda è la facoltà degli Stati membri di vietare la vendita online di farmaci a chi non è farmacista.
La Corte ha risposto affermativamente al primo quesito: la società è un servizio della società di informazione che mette in contatto inserzionisti/venditori e i loro potenziali clienti. È, dunque, quel che si definisce un marketplace e come tale non esercita direttamente l’attività di vendita online al pubblico.
Quanto al secondo quesito, la Corte distingue tra la condotta di chi venda direttamente i farmaci, senza avere la qualifica di farmacista, e chi si limita a mettere in contatto farmacisti e clienti.
Nel primo caso – sostiene la Corte- l’autorizzazione a svolgere l’attività di vendita online è di competenza esclusiva degli Stati membri e, quindi, le autorità francesi possono riservare la vendita a distanza al pubblico alle sole persone aventi la qualifica di farmacista. Nel secondo caso, invece, quello dei marketplace, lo Stato membro non ha facoltà di vietare il servizio per la carenza di qualifica di farmacista.
Quanto alle ricadute sul mercato e nel contesto legislativo italiano, la sentenza ha toccato alcuni punti importanti. La normativa sulla vendita online dei farmaci in vigore in Italia è redatta in attuazione della direttiva del Parlamento europeo 2011/62/UE e contenuta, in particolare, nel Dlgs 17/2014.
Nel nostro paese la vendita online di farmaci con prescrizione è illecita (articolo 147, comma 4 bis, Dlgs 219/2006), mentre la vendita online di farmaci senza prescrizione (cosiddetti Sop e Otc) è concessa solo su di un sito di proprietà della farmacia (circolare Dgdmf protocollo 0025654 del 10 maggio 2016).
In Italia è anche vietata la pratica del dropshipping, cioè la vendita di un prodotto senza possederlo materialmente nel proprio magazzino, attraverso piattaforme di logistica o distributori autonomi.
È evidente che questa pratica commerciale si intrecci e si sovrapponga a quella della vendita di altri prodotti sanitari e cosmetici e così renda l’applicazione delle norme non sempre facile, oltre che delicata in termini di tutela della salute e dell’affidamento del pubblico.
Resta fuori dall’indagine offerta da questa pronuncia il punto dolente della distribuzione a domicilio dei farmaci (home delivery), da parte di un terzo che non sia il farmacista (supplier o distributore), consegna che, però, è implicita nella pratica della vendita a distanza e che continua a generare dubbi anche in relazione all’utilizzo di App e servizi online creati sul modello della distribuzione del cibo a domicilio.
In Francia un gruppo di farmacisti ha presentato alla Direzione generale per le imprese del ministero dell’Economia e delle Finanza un progetto di portale e-commerce gestito direttamente dalle farmacie francesi da mettere online all’inizio del 2025.
Il portale funzionerebbe esattamente come un marketplace, creato da farmacisti per farmacisti, che consentirebbe di attuare vendita online e home delivery di farmaci con ricetta, senza violare i limiti imposti dalla legislazione nazionale.